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Tumore ovarico: perché moltissime pazienti scoprono tardi la malattia?
Il professor Rivelli, presidente Lilt Bologna e responsabile del nostro servizio di Oncologia, è stato interpellato da Vanity Fair per approfondire questo argomento, oggi in primo piano a causa della rivelazione della modella Bianca Balti, ammalata di tumore ovarico al terzo stadio.
«Il tumore ovarico non presenta una frequenza particolarmente alta sui tipi di neoplasie che colpiscono le donne: diciamo che si colloca fra il settimo e l’ottavo posto, sicuramente dopo il tumore alla mammella, al polmone e al colon retto», spiega il Professor Francesco Rivelli nell’articolo di Vanity Fair «L’incidenza di questo tipo di tumore, che spesso si sviluppa in donne con mutazione genetica BRCA1 e BRCA2, non è aumentata negli ultimi anni», aggiunge Rivelli «colpisce però fasce di età piuttosto trasversali: nelle donne non portatrici di mutazione può insorgere intorno ai sessant’anni mentre nelle donne BRCA - portatrici l’età scende anche a prima dei trent’anni».
Trovi l’intervista completa su Vanity Fair cliccando qui
Immagine del professor Rivelli: ©Anna Rosati
Il professor Rivelli intervistato dal settimanale Gente in edicola oggi spiega le finalità della chemioterapia, mentre su BolognaToday sottolinea la necessità di un follow-up personalizzato e costante, in base al tipo di tumore e alle esigenze del paziente.
L’occasione per ringraziare tutti i fisioterapisti che con il loro impegno quotidiano migliorano la salute e il benessere di tantissime persone.
Una condizione che può essere affrontata con efficacia per contrastare disagi fisici e psicologici.